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e' quasi sempre vero tutto e il contrario di tutto __ e' vero che gli alleati avrebbero potuto risparmiarsi i bombardamenti di agosto 43___ma e' anche vero che l'Italia era ancora formalmente un nemico e le trattative armistiziali erano , anche per difficolta' oggettive, terribilmente confuse e molto in ritardo un generoso allentamento della pressione militare avrebbe allarmato ulteriormente i tedeschi __tutti i belligeranti della WW2 hanno le loro colpe _ alcuni (due) molto di piu'_____come noto le guerre non sono passeggiatine di salute__c'e' sempre qualcuno che muore, ancor più inutilmente degli altri, dopo la fine dei combattimenti perché all'ultima trincea la notizia dell'armistizio arriva fuori tempo massimo_

e magari uno dei piloti inglesi aveva perso la famiglia nei bombardamenti su Londra impresa alla quale (secondo una storiografia accreditata) il piu' amato dagli italiani voleva partecipare, venendone impedito paradossalmente dal grande complice____
In questi giorni di arresti domiciliari, ho avuto occasione e tempo di rileggere il libro "Il golpe inglese", di Mario Josè Cereghino e Giovanni Fasanella - ed. Chiarelettere- 2011, in cui gli autori descrivono lo stato di soggezione e ingerenza in cui i britannici hanno sempre tenuto il nostro Paese, sin dalla sua unificazione a metà '800 (avvenuta in gran parte per loro intervento, il che da parte loro ha giustificato una sorta di "protettorato" sul Bel Paese), arrivando a controllarlo in modo non sempre limpido, anzi quasi mai, dal caso Matteotti al caso Mattei al caso Moro. Per quanto riguarda in particolare i rapporti col fascismo e Mussolini, all'inizio incoraggiato e vezzeggiato (Churchill ebbe un rapporto di amicizia, epistolare e personale, con Mussolini), salvo quando poi le velleità imperialistiche del Duce cozzarono con gli interessi britannici; a quel punto, il permaloso Mussolini si avvicinò al Fuherer, fino ad allora osteggiato, arrivando poi a quanto sappiamo.
Aggiungo che, durante la naja, i civili in servizio nell'ufficio dove mi trovavo difesero a spada tratta il regime fascista; quando replicai che ci aveva portato alla guerra, replicarono "Ma la guerra ci hanno costretto a farla!". Non avendo vissuto di persona quei tristi avvenimenti, come il buon Pappagone, "non metto lingua"...
Il libroi conclude ricordando come, a seguito prima degli accordi di Jalta del 1945, poi del trattato di pace del 1947, la Gran Bretagna si riservò il diritto di una sorta di "tutela" sull'Italia, negando che potesse avere totale libertà politica. Come purtroppo sembra essere stato in questi 73 anni!
 

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Torino durante la distruz ops volevo dire il rifacimento di via Roma (Gabinio)


Tra l'altro non riesco a piazzarla benissimo. Possibile che il palazzo più chiaro sia stato costruito negli anni 20 e buttato giù negli anni 30?

La volontà del regime era di costruire una via uniforme in tutti i sensi; per questo vennero abbattuti anche edifici in epoca recente, come il famoso cine "Ghersi"; che risaliva agli anni '10 (tra l'altro costruito già coi portici, in vista di un futuro rifacimento della via).
 

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Per le sue caratteristiche, il sistema impediva le conversazioni tra i due abbonati duplex; di qui la necessità di sceglierlo tra un vicino di casa (contattabile di persona) o un abbonato con cui non si avevano rapporti.
Come detto nell'articolo di "Torino Storia", vi poteva essere l'inconveniente che, se la cornetta (pardon, il microtelefono nel gergo dei telefonisti) non veniva correttamente agganciata al gancio (l'appoggio su questo segnalava la fine della conversazione), la linea risultava ancora occupata; il che, oltre a poter danneggiare gli organi di centrale (preselettori e selettori), impediva fisicamente l'uso dell'apparecchio all'altro duplex.
Di avere la linea bloccata succedeva anche quando ad appendere male era colui con cui si aveva la conversazione.
Ma chiamando da altro apparecchio la SIP, provvedevano a sbloccare la linea.
 

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Su un libro che non riesco più a ritrovare vi era una foto della zona di Porta Nuova durante l'occupazione tedesca, coi cartelli indicatori in puro stile teutonico che facevano somigliare a Berlino o Monaco.
Qualcuno riesce a ritrovarne e pubblicarle?
 

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Serie di cinque foto, recuperate da e-bay, rivedute e corrette....
Sunto di quanto è già stato dibattuto sulla consorella di SSC, Torino Sparita su FB:

Le foto sono certamente successive al 1928 (in seguito vedremo perchè).

Foto 1: Via Andreis angolo via Borgo Dora
( https://goo.gl/maps/DARbGHU5mk3Qs1tF7 )



Foto 2: Via Mameli 15
( https://goo.gl/maps/7HicakZyVeTCzzPw9 )



Foto 3: Bivio tra le vie Mameli Borgo Dora
( https://goo.gl/maps/VRMzuqu82ZfTqiJ37 )



Questa è la foto più indicativa: La casa che divide le due vie, la possiamo vedere in una delle numerose foto dell'archivio
di Mario Gabinio, scattata il 2 gennaio del 1900.



Salta all'occhio come nella foto 3 essa risulti essere stata oggetto di una sopraelevazione;
da una ricerca catastale, questa modifica risulta effettuata nel 1928,
ed è quindi il motivo per cui in precedenza ho affermato che le foto sono successive a tale data.

Foto 4: Via Borgo Dora 28
( https://goo.gl/maps/Z8h7jqDREJLCUzX5A )



Foto 5:



Non ho avuto riscontri tali da potere individuare con certezza il luogo;
è evidente che anche questo fosse situato nei dintorni delle altre foto, ma è possibile
che l'edificio ormai non sia più esistente.
 

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Dopo la pubblicazione del post precedente, si è aperto un dibattito sulla
Foto 5, nella ricerca del punto in cui sia stata scattata.....
Presumendo che potesse trovarsi nel punto in cui alcuni edifici sono stati demoliti
(attualmente la piazzetta dal quale si accede al cortile del Maglio - non so se ha un nome....),
ho cercato la foto (sempre di Gabinio) che mostra lo slargo antistante la vecchia chiesa
dei SS. Simone e Giuda.



La casa a due piani, con il tetto più basso, accanto all'edificio dell'arsenale
sembrerebbe "quasi" corrispondente....
Solo che nella Foto 5 al primo piano si vede una sequenza: balcone/finestra/balcone/finestra
che non mi pare di vedere in quella casa....
Il mistero si infittisce quando un utente pubblica questo:

"Dall' annuario generale d'Italia 1935,
categoria : importatori frutta fresca ,secca ed agrumi.
A parte il refuso dovrebbe essere lui Ferrero Mario via borgo Dora 43."



P.S. Sembra proprio che il posto fosse quello...
Da notare anche come corrisponda anche l'altro Ferrero al civico 28 (Foto 4), nome a parte....

Ultima notazione: un raffronto grafico tra ciò che era e ciò che è:

Immagine aerea dell'area nel 1936:




La stessa area oggi:



Le due aree colorate corrispondono ad edifici non più esistenti;
quella azzurra nello specifico è quella sotto osservazione.

Spero che qualcuno della "vecchia guardia" possa portare l'illuminazione giusta
 

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foto della chiesa digitalizzata nel 1927;bisognerebbe sapere la data precisa;dico questo perchè dalla foto aerea del 1936 mi pare che gli edifici a fianco dell'arsenale siano allineati,mentre nella foto della chiesa l'edificio "incriminato" mi pare sporgente e più stretto;secondo me può essere che la foto 5 sia più recente ,l'edificio rifatto più largo e più allineato alle case adiacenti,come mi appare dalla foto aerea
 

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foto della chiesa digitalizzata nel 1927;bisognerebbe sapere la data precisa;dico questo perchè dalla foto aerea del 1936 mi pare che gli edifici a fianco dell'arsenale siano allineati,mentre nella foto della chiesa l'edificio "incriminato" mi pare sporgente e più stretto;secondo me può essere che la foto 5 sia più recente ,l'edificio rifatto più largo e più allineato alle case adiacenti,come mi appare dalla foto aerea
probabilmente è un gioco prospettico. alla fine dell'arsenale (oggi parcheggio e prima deposito di rottami) c'era una specie di via che disallinea gli edifici
 

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Di avere la linea bloccata succedeva anche quando ad appendere male era colui con cui si aveva la conversazione.
Ma chiamando da altro apparecchio la SIP, provvedevano a sbloccare la linea.
Aggiungo che la "presa di possesso" della linea da parte del collega duplex era segnalata, così come il rilascio, all'altro apparecchio, da un dlin della suoneria (che, funzionando a corrente alternata, "sentiva" gli impulsi di corrente).
 

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Dopo la pubblicazione del post precedente, si è aperto un dibattito sulla
Foto 5, nella ricerca del punto in cui sia stata scattata.....
Presumendo che potesse trovarsi nel punto in cui alcuni edifici sono stati demoliti
(attualmente la piazzetta dal quale si accede al cortile del Maglio - non so se ha un nome....),
ho cercato la foto (sempre di Gabinio) che mostra lo slargo antistante la vecchia chiesa
dei SS. Simone e Giuda.

View attachment 91728

La casa a due piani, con il tetto più basso, accanto all'edificio dell'arsenale
sembrerebbe "quasi" corrispondente....
Solo che nella Foto 5 al primo piano si vede una sequenza: balcone/finestra/balcone/finestra
che non mi pare di vedere in quella casa....
Il mistero si infittisce quando un utente pubblica questo:

"Dall' annuario generale d'Italia 1935,
categoria : importatori frutta fresca ,secca ed agrumi.
A parte il refuso dovrebbe essere lui Ferrero Mario via borgo Dora 43."

View attachment 91742


P.S. Sembra proprio che il posto fosse quello...
Da notare anche come corrisponda anche l'altro Ferrero al civico 28 (Foto 4), nome a parte....

Ultima notazione: un raffronto grafico tra ciò che era e ciò che è:

Immagine aerea dell'area nel 1936:

View attachment 91749


La stessa area oggi:

View attachment 91750

Le due aree colorate corrispondono ad edifici non più esistenti;
quella azzurra nello specifico è quella sotto osservazione.

Spero che qualcuno della "vecchia guardia" possa portare l'illuminazione giusta
La chiesa decadde quando venne costruita la nuova parrocchia di San Gioachino in corso Giulio Cesare, finendo per venire sconsacrata; negli anni 50, ormai cadente, venne abbattuta; l'area, rimasta libera, venne adibita a verde pubblico.
 

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Sempre "Torino Storia" di questo mese, parlando del quartiere di Lucento, accenna al trin -trin, la teleferica con secchiello che veniva tesa nelle case da un balcone all'altro per scambiarsi cose, trattandola però come gioco da bambini.
In realtà, questo sistema di comunicazione e scambio veniva realizzato anche da adulti: nel mio cortile di casa, negli anni 50, la teleferica era stata tesa tra due balconi ad angolo retto, a una trentina di metri di distanza, tra il balcone di due anziani genitori e quello del figlio maggiore, sposato senza figli, e veniva usata comunemente per scambio di cose; venne poi tolta, forse su sollecitazione dei condominio, che per regolamento non la permetteva più.
L'articolo della rivista accenna poi anche alla "tecnica costruttiva", con "lancio" della fune da un balcone all'altro oppure, come forse nel caso citato, quando la lunghezza era eccessiva, calando due corde fino a terra col piombino, poi annodandole.
Queste teleferiche mi fanno venire in mente il sistema, in uso in quasi tutti i paesi mediterranei e del Sud (iniziando dalla vicina Liguria), per stendere la biancheria tra case contigue o dirimpettaie nei vicoli o nelle stradine, che usa appunto funi tese tra le case, con carrucole per farle scorrere con la biancheria stesa (occorre ovviamente mettersi d'accordo nel fare il bucato, per impegnare le funi); a Torino mai visto, nemmeno nei cortili...
 

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Su un libro che non riesco più a ritrovare vi era una foto della zona di Porta Nuova durante l'occupazione tedesca, coi cartelli indicatori in puro stile teutonico che facevano somigliare a Berlino o Monaco.
Qualcuno riesce a ritrovarne e pubblicarle?
Ritrovata su un sito web: eccola (dovrebbe essere l'unica foto di quel tempo di occupazione)

 

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Non so se sia mai stato postato, ma ho trovato questo estratto da un cinegiornale britannico che descrive un bombardamento su Torino, probabilmente uno di quelli effettuati nell'estate del '43, visto che cita l'invasione della Sicilia (iniziata il 9 luglio 1943).
 

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Alle foto postate da Modestino Balabam aggiungo queste due, del giorno precedente,
scattate durante le fasi di "rimontaggio" del monumento,
al termine del restauro, presso l'azienda Craviolatti, in via Montesanto 8.
Fonte Archivio Fotografico PCI (dal polo del '900)


 

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Di Gabinio, un paio di foto relative al disastro in via Roma:



TORINO, TORRE LITTORIA, VIA VIOTTI 1, DEMOLIZIONE DELL'EDIFICIO ADIACENTE




TORINO,VIA ROMA PRIMO TRATTO, CORTINA OCCIDENTALE, VISTA DA NORD PRIMA DELLE DEMOLIZIONI



tristissima l'insegna temporanea: «liquidazione per demolizione dello stabile; grandi ribassi; vendesi mobilio e facciata»
 
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