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#26961 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Una delle tante boite semiartigianali che nei primi due decenni del 900 sfornarono auto, facendo di Torino un'autentica "città dell'auto in senso lato; poi scomparse, sappiamo per opera e a vantaggio di chi.
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#26962 |
Registered User
Join Date: Oct 2014
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non solo auto, ma fino alla fine degli anni 30 fu la capitale del motociclismo e del ciclismo con tantissime boite che fabbricavano moto e motori
purtroppo nel dopoguerra scomparvero tutte lasciando il posto a fabbriche più o meno grandi (ma sicuramente a livello artigianale) che fabbricavano motorini |
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#26963 |
Registered User
Join Date: Oct 2014
Posts: 151
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#26964 |
Registered User
Join Date: Oct 2014
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#26966 | |
Registered User
Join Date: Aug 2007
Location: Torino - Spina 3
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#26967 |
Registered User
Join Date: Dec 2013
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Aaaargh la Fulvia
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"Lo seguivamo da tempo a fari spenti" (cit.) |
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#26968 |
Registered User
Join Date: Jan 2007
Location: Torino
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Prima di tutto: Dora e Zappata. E finire Rebaudengo. |
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#26969 |
Registered User
Join Date: Oct 2014
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mi sembrava
vedo che non è cambiato nulla eccetto il negozio di mobili sostituito da una banca anche i lampioni hanno solamente di cambiato l'illuminazione a basso consumo |
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#26970 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
Posts: 4,558
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Si, il palazzo che si vede a sinistra è comunemente detto "degli oblò" per la forma delle finestre.
Dalle auto in transito, la foto dovrebbe risalire a fine anni 60, mezzo secolo fa. L'impianto di illuminazione è ancora quello risalente al raddoppio del corso e all'impianto della filovia di Rivoli (di cui si intravedono le "mensole" di aggancio dei bifilari, sostenute dagli stessi pali dell'illuminazione, rimosse ovviamente alla cessazione del servizio filoviario nel 1980). Last edited by Censin; January 15th, 2018 at 06:15 PM. |
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#26971 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Mi chiedo: come avranno fatto, nel 1933, a trasportare la torretta del sommergibile dal sito dell'esposizione (doveva essere all'altezza del Borgo Medioevale) fino a dove attualmente si trova, il cortile interno dell'Associazione Marinai d'Italia? In particolare, come sarà stato sottopassato il tunnel sotto il ponte Isabella? Sarà forse stato smontato e poi rimontato?
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#26972 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Tempo fa, in risposta al commento di una foto di negozio di articoli casalinghi di inizio 900 che faceva notare l'abbondanza di pitali (vulgo vasi da notte) esposti, feci presente le condizioni igieniche degli alloggi di allora, quasi sempre in case di ringhiera, privi di servizi igienici e con gabinetto in comune sul ballatoio, il che rendeva pressochè indispensabile l'utilizzo di tale articolo.
Torno sull'argomento, per far rilevare come, se in in quelle case il cesso era presente in qualche modo sul ballatoio, niente esisteva per fare il bagno! Non a caso, abbondavano sia i bagni pubblici comunali, sia quelli gestiti da privati, di solito più curati fino a essere in qualche caso lussuosi. Chi voleva più privacy e desiderava comunque lavarsi in casa, doveva per forza utilizzare il semicupio, la vasca metallica portatile, come quella della foto sotto La vasca doveva ovviamente essere riempita di acqua, riscaldata sul fornello a gas o sul potagè, cosa non sempre agevole e che poteva anche essere pericolosa; si aggiunga che il semicupio era piuttosto ingombrante e difficile da tenere in alloggi al massimo di 2 - 3 vani cucina compresa. Per questo motivo, esistevano apposite ditte di servizio bagno, che, su abbonamento mensile o semestrale o annuale, in giorni fissi della settimana si presentavano a casa dell'utente, muniti della vasca e dell'acqua, tenuta calda in apposita caldaietta riscaldata a carbonella; gli addetti, dopo aver piazzato la vasca e versato l'acqua calda, se ne andavano, tornando più tardi, quando l'utente aveva terminato il bagno, per ritirare la vasca. Per la pulizia personale di tutti i giorni, non rimaneva che il lavello della cucina! Che, in qualche caso, veniva anche utilizzata come...orinatoio! Capitava infatti che, per la fretta, al mattino, di andare a scuola o al lavoro, molti ragazzini, ma anche adulti, facessero la pipì direttamente nel lavello, dove magari prima qualcuno si era lavato il viso, e non solo.... Queste condizioni erano generalizzate, almeno nei primi due decenni del 900, salvo qualche casa e alloggio di lusso; per trovare le prime case di edilizia popolare con alloggi dotati di servizi igienici propri, si deve arrivare a metà anni 20, coi primi nuclei di Case Economiche Municipali e dell'IACP (l'attuale Agenzia per la Casa). Ora, almeno si spera, anche le case più vecchie dovrebbero essere state ristrutturate, realizzando i servizi igienici privati. Quelli passati erano i tempi in cui, come è stato scritto, "ci si copriva di più, e ci si lavava di meno"; una Torino sparita che non è proprio il caso di rimpangere!
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Last edited by Censin; January 15th, 2018 at 06:07 PM. |
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#26973 |
Registered User
Join Date: Oct 2014
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#26974 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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L'Appia, mitica auto Lancia! Così come la già illustrata Fulvia Coupè, vero canto del cigno della casa, prima del suo assorbimento in Fiat a fine 1969. (non la berlina, piuttosto squadrata
Per la verità un mio parente, dipendente Lancia, tenne la Fulvia berlina dal 1963 fino al pensionamento nel 1965, con piena soddisfazione; solo la linea non era entusiasmante....) Last edited by Censin; January 16th, 2018 at 06:06 PM. |
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#26975 |
Registered User
Join Date: May 2016
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Sono solo 2 anni... forse hai sbagliato date. Ricordo che avevano fama di longevità oltre i molti altri pregi.
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#26976 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Non so se sia il thread giusto, ma ho una curiosità già da tempo: che fine ha fatto Experimenta?
Quando ero più piccolo, diciamo nei primi anni 2000, mi ricordo di esserci andato alcune volte con l'estiva nella sede del Parco Michelotti. Ora mi è chiaro che sia stata chiusa, ma vorrei capire se qualcuno conosce meglio le circostanze che hanno portato a tale decisione.
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#26977 | ||
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Su quella Fulvia berlina ci viaggiai una volta; comoda lo era di certo, un salotto su quattro ruote, a 100 all'ora sembrava di essere fermi... Tra l'altro, anche la tinta era uguale a quella della foto che ho postato (ricavata da Wikipedia).
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Last edited by Censin; January 17th, 2018 at 05:55 PM. |
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#26978 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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#26979 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Si distinguono bene i sostegni del bifilare filoviario agganciati ai pali dell'illuminazione, ancora coi corpi luminosi originari dell'ampliamento del corso dopo la soppressione della ferrotranvia (1956 - 1958); si vede pure un filobus in transito. Le aste dei filobus, si sottolineava, avevano una elongazione (spostamento trasversale) molto ampia, così che i mezzi potevano spostarsi senza problemi su tutta la larghezza della carreggiata, al pari dei veicoli senza fili. Al momento della loro costruzione (1955 - 1956), quei filobus erano il meglio della tecnologia disponibile all'epoca; bitensione, potevano funzionare a 600 V, come i mezzi urbani Atm, nel tratto urbano in comune, poi a 1200 V nella parte rimanente, da piazza Massaua in poi; nei tre mesi del 1969 che vi viaggiai per andare al lavoro, ricordo solo come inconvenienti uno scappamento delle aste e un blocco all'avviamento del pedale acceleratore; erano comunque collegati via radio (l'antennino era sopra il frontale) con la centrale operativa di Regina Margherita (dotata di una grande antenna visibile a distanza). Ovviamente, alla fine degli anni 70 manifestavano problemi di obsolescenza, come i loro "fratelli" delle linee urbane Atm (33, 34 e 35); l'Atm, che li aveva ereditati dal disciolto CTREA, ritenne troppo onerosa la loro sostituzione con materiale nuovo (otretutto allora poco reperibile sul mercato) e decise, con decisione per molti versi discutibile, la completa soppressione dei filobus, sia sulla rete urbana e suburbana, sia su quella dell'ex Consorzio. Last edited by Censin; January 17th, 2018 at 06:13 PM. |
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#26980 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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riguardo ai filobus, ricordo un fatto curioso a fine anni 60: un tizio, evidentemente con problemi psichici, salì a bordo del 33 al capolinea di via Sacchi, chiedendo al bigliettaio di essere portato a Parigi, perchè voleva parlare coll'allora presidente Pompidou; bigliettaio e guidatore, con discrezione, chiamarono la Croce Verde....
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foto, torino |
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