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Le esposizioni si distinguevano anche per i tanti ristoranti e locali annessi, sempre frequentati; vediamo qui, dell'Espo del 1911, un curioso ristorante "Luna"

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L'Esposizione del 1911 aveva ospitato anche esibizioni di saltimbanchi, come vediamo nella foto sotto



una nota maliziosetta: quegli uomini sotto erano lì per vedere le esibizioni, o per una delle rare occasioni di vedere una donna in braghette, anzichè nelle canoniche sottane lunghe fin quasi alle caviglie?

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A parte il fatto che nel 1928 la campagna e la conquista dell'Etiopia non erano ancora nemmeno immaginate...

marco[n]

Certamente, l'avevo messo tra parentesi apposta, ma l'Eritrea era italiana da una quarantina d'anni

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Prima di tutto: Dora e Zappata. E finire Rebaudengo.

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Ancora dall'Esposizione del 1911: il capolinea al Pilonetto della "ferrovia aerea", la teleferica che, partendo dall'ingresso principale in corso Vittorio, correva lungo il Po per tutta l'area espositiva



tale stazione era all'incirca nel sito dove, nella successiva esposizione del 1928, sorse il già ricordato villaggio coloniale.

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Mentre le precedenti esposizioni del 1884, 1898 e 1911 erano state all'insegna del progresso tecnologico e dell'industria "pesante", quella del 1928, tipicamente "di regime", tese invece ad esaltare quella "filosofia del ruralismo" che fu una costante del fascismo. In sostanza: l'Italia difettava delle indispensabili materie prime industriali (ferro, carbone, anche petrolio) per cui era illusorio pensare di poter competere con paesi già fortemente industrializzati; doveva piuttosto valorizzare quelli che erano i suoi prodotti, principalmente quelli della terra, dell'allevamento e della pastorizia, o della caccia e pesca, quella che era la vera ricchezza del nostro Paese, nonchè le industrie "naturali", quelle cioè di trasformazione dei prodotti agricoli, come il tessile della seta, o della lana.
Da qui, il carattere dei padiglioni dell'Esposizione "di regime".
Del resto, tutte le esposizioni hanno sempre rispecchiato il clima politico - economico del momento: quelle fino al 1911 il clima del progresso tecnologico, delle "magnifiche sorti e progressive" (vedi Ballo Excelsior, ecc.); quella di Italia61, che ho conosciuto personalmente, rispecchiò il clima del boom economico, delle conquiste spaziali, della cibernetica (come era definita allora l'informatica); così come quella del 2015 a Rho ha rispecchiato l'attuale clima di preoccupazione per le risorse naturali del mondo, non a caso il suo motto era "nutrire il pianeta".

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Si era accennato al "Palazzo del Giornale" al Valentino: era sorto per l'esposizione del 1911, utilizzato anche, come si è detto, in quella del 1928; nella seconda metà degli anni 30, venne abbattuto, per costruire al suo posto il grande complesso del "Palazzo della Moda e delle Esposizioni", che, danneggiato dagli eventi bellici nella parte interna, rinascerà nel dopoguerra come "Torino Esposizioni", col grande padiglione centrale di Nervi.
Il Palazzo della Moda e delle Esposizioni doveva essere il "cuore", il punto focale, della grandiosa, monumentale esposizione da tenersi nel 1948, per il centenario dello Statuto Albertino (che doveva rivaleggiare, per imponenza, con quella del 1911), ovviamente completamente "saltata" per gli eventi successivi (guerra, caduta del fascismo e poi della monarchia). Per ironia della sorte, il 1948 vide l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana, che "pensionò" definitivamente lo Statuto Albertino, dopo un secolo esatto di esistenza.

cityto

Una Torino, trasformata e che tra poco sarà di nuovo maneggiata

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Territory passion, Design for living

cityto

Pubblicazione dell'inaugurazione della rinascente a Torino, avvneuta nel 1973

https://archives.rinascente.it/it/th...df_viewer=true

Da notare che la superfice espositiva iniziale era non solo su tutti i piani del corpo su via carlo alberto, ma anche sul lato di via carlo alberto



dunque riassumendo

+1973 inaugurazione Rinascente
+1985 modifica della Rinascente in centro commerciale (2 piani a rendita)
+1995 Rifacimento impiantistico e strutturale
+1997 Nuova facciata
+2001 Riduzione della superfice di vendita e locazione a LIDL
+2005 Riduzione della superfice di vendita e locazione a DARTY
+ 2018 risturtturazione e ampliamento rifacimento impiantistico e facciata

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Territory passion, Design for living

Censin

5 Gennaio 1980, 38 anni fa: alle 15 - 15,30, il più forte (e grave) terremoto verificatosi a Torino dal lontano 1914!
La scossa mi colse mentre mi trovavo al centro commerciale Garosci (ora Carrefour) di Nichelino in via Cacciatori delle Alpi, quando, terminata la spesa, ero in coda alle casse; improvvisamente udimmo un boato, poi tutti gli scaffali dei prodotti iniziarono a vibrare e sbattere rumorosamente, infine la terra sotto di noi tremò; tutti quanti, clienti in coda e cassiere, ci precipitammo fuori, senza curarci di altro, tornando solo quando, qualche minuto dopo, era tornata la calma.
Pagato e uscito, mi avviai verso il ponte sul Sangone; innumerevoli i cani e gatti investiti e uccisi dalle auto, probabilmente quando per la scossa avevano iniziato ad andare all'impazzata attraverso la strada (gli animali avvertono le scosse in maniera molto maggiore); avviandomi su corso Unione Sovietica verso la fermata del 63, vidi sulla destra, oltre i prati, il campanile della parrocchia di Mirafiori crollato a metà (la parte rimasta in piedi, ormai pericolante, venne poi abbattuta dal Vigili del Fuoco nei giorni successivi). Passando poi col bus lungo il corso, vedevo sui portoni delle case i capannelli di gente, uscita di casa e timorosa di rientrarvi. Giunto a casa, invece, i miei avevano appena avvertito la scossa, senza darvi molta importanza.
Una collega di lavoro, abitante in Barriera di Milano, raccontò di aver vissuto attimi di terrore: si trovava sull'ascensore, che improvvisamente aveva iniziato a vibrare e la cabina a sbattere contro le guide, per poi fermarsi e riprendere la marcia alla fine della scossa; per un terribile istante, temette che la cabina potesse cadere nel vuoto!

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Zagreus

Ma la proprietà dei locali del LIDL è la stessa di quelli della Rinascente?

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Ed eccola qui la spiaggia dei bruti, come detto oltre il ponte delle Molinette (che si vede sullo sfondo), all'altezza dell'attuale Circolo della Stampa (la foto è del 1936)



in primo piano, due belle fanciulline....nè brute, nè brutte!

Censin

Probabilmente si, visto che il palazzo è sempre quello costruito dalla Rinascente nei primi anni 70, e inaugurato il 18/3/1973; tra l'altro, il corridoio di intercomunicazione con l'entrata di via Carlo Alberto, in passato aperto, è stato chiuso (non so se per isolare i clienti di Lidl da quelli del centro commerciale).
Certo, non si può dire che la Rinascente a Torino abbia avuto molta fortuna: arrivata in ritardo rispetto a tutte le altre grandi città, e non solo (durante la naja, nel 1969 - 1970, un commilitone di Foggia mi diceva che esisteva pure lì), non ha mai avuto lo sviluppo di altre sedi; raccontava mio padre, che aveva avuto occasione di visitarla, che la sede di Genova si estendeva ancora di più, vi era pure un reparto di vendita delle armi (ovviamente a chi era in possesso di porto d'armi); per non parlare della "casa madre" milanese....

cityto

Si. I locali dovrebbero aver avuto questa storia:
1968 Permesso di costruire
1971 rinascente acquista la proprietà
1973 apertura
1975 richiesta cambio destinazione uso e ristrutturazione piano interrato per attività di supermercato
1979 vendita dell immobile a Zanardelli e rivenduto dopo qualche mese a un azienda Milanese italventinove spa.
1985 cambio di destinazione d uso degli ultimi tre piani
2010 passaggio di proprietà a una famiglia torinese
2017 venduto immobile a fondo immobiliare per 45 mln di euro

Dovrebbe scadere nel 2021 il contratto con lidl e sembra che non si voglia rinnovare. Anche gli uffici su via Carlo alberto potrebbero essere ripensati infatti non é certo il rinnovo per gli attuali affituari che scadono tra il 2020 e il 2023.

La Rinascente, a Torino c é stato dal 1875 al 1931 nell isolato san Emanuele tra via roma e piazza Castello attuale locazione della torre littorina

Censin

In occasione dell'Esposizione del 1911, quasi tutti gli stati ospiti avevano cercato di sistemare i propri padiglioni lungo il Po, spina dorsale dell'area espositiva; stranamente, fece eccezione la Gran Bretagna, che lo piazzò nello spazio sopra la fontana dei Mesi (attualmente occupato dal poco fotogenico "posteriore" di Torino Esposizioni)

Censin

Invece, il padiglione del Siam, l'attuale Thailandia, si situò a specchio del fiume, costruito nello stile tipico di quel paese

Censin

Infatti, come accennato, ho l'impressione che con Lidl i rapporti si siano deteriorati.
Curiosamente, visto che ancora non è stato detto: a cavallo tra gli anni 70 e 80, Rinascente aveva anche aperto e gestito in proprio un supermercato alimentari, al piano inferiore (seminterrato); un esperimento durato però per poco tempo...

Censin

Ecco come, nei progetti iniziali del ponte Isabella, negli anni 70 dell'800, dovevano essere i lampioni sul ponte




i due braccetti laterali erano probabilmente gli "accenditoi" dei becchi a gas.

Fabry Turin

Inoltre , nelle colonie, erano numerosi gli italiani emigrati là( e consumatori di birra). Per esempio, il padre di una mia cugina, nacque ad Asmara nel 1910, figlio di panettieri dalla valbormida. Non so quando ma la famiglia tornò (al più tardi negli anni '30) e lui ereditò lo stesso mestiere che poi ha esercitato per tutta la vita lavorativa a Cortemilia(CN).

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"Prima di Tutto: DORA e ZAPPATA"

Censin

Già la "gestazione" della Rinascente torinese era stata lunga: progettata nei primi anni 60, acquisito il terreno (uno stabile piuttosto degradato tra le vie Lagrange, Giolitti e Carlo Alberto) e iniziata la demolizione dello stesso, i lavori si erano poi arrestati, causa la crisi economica degli anni 1964 - 1966 seguita alla "congiuntura" e ai provvedimenti governativi di "raffreddamento" dell'economia, che aveva visto la perdita di molti posti di lavoro (con la cassa integrazione per 2 - 3 giorni settimanali alla Fiat) e il ritorno ai paesi di origine di molti immigrati (per la prima volta nel dopoguerra, Torino aveva iniziato a perdere abitanti). Erano poi ripresi nel 1968, quando le difficoltà economiche sembravano ormai superate, per arrivare appunto all'inaugurazione nella primavera del 1973 (alla vigilia della festività di San Giuseppe, soppressa poi con tante altre nel 1976); purtroppo, si era ormai alle porte di un'altra e ben più grave crisi, quella petrolifera ed energetica in genere...e a questo si deve probabilmente il mancato decollo, sin dall'inizio, della Rinascente torinese.