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#14341 | ||
Breùs, a la francaise
Join Date: Feb 2010
Location: 45°4'41"16 N - 07°40'33"96 E
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#14342 |
Registered User
Join Date: Apr 2011
Location: Torino Bôrg dël Fum
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Ancora un filmato perché è troppo forte! Per noi vecchi ragazzini è irresistibile.
Giro all'interno di un Marion 8700 Marion 8700 inside Non è un escavatore/scavatrice! È una fabbrica! ![]() ![]() Last edited by giuseppe tubi; August 12th, 2014 at 08:32 PM. |
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#14343 | |
Registered User
Join Date: Jan 2011
Location: Torino
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grazie a tutti, è stata una piacevole scoperta. Mi sono anche visto dei video sul Tubo. Si era proprio quello.
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#14344 |
Registered User
Join Date: Apr 2011
Location: Torino Bôrg dël Fum
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Chi non è troppo impressionabile cerchi su Youtube il Big Muskie della Bucyrus-Erie.
Costruito in una miniera di carbone dell'Ohio nel 1969 e demolito dopo 30 anni fu il più grande del mondo. Ora al posto della miniera vi è un parco-museo dove come monumento rimane la sua colossale benna. Il nostro isolotto se lo sarebbe divorato in pochi colpi. |
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#14345 | |
Registered User
Join Date: Apr 2011
Location: Torino Bôrg dël Fum
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Anche l'automobile cambiò genere. Originariamente era maschile: il carro automobile. Poi diventò una vettura automobile. |
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#14346 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Da una pubblicazione su via Roma, questa splendida immagine di una scavatrice a fune, sembrerebbe ancora a vapore!
![]() siamo nel 1936, nel grande cantiere della ricostruzione di via Roma, nel secondo tratto (piazza San Carlo - piazza Carlo Felice). Si tratta di una delle poche macchine impiegate per la grande opera, volutamente ridotte al minimo: "Poche macchine, molte braccia", era infatti il motto di un'opera del regime voluta anche in funzione anticongiunturale, per alleviare la disoccupazione seguita alla Grande Depressione; lo scopo era per l'appunto di dare lavoro a quante più persone possibile, a costo di svolgere manualmente anche lavori che da tempo potevano essere meccanizzati! Ricordava mio padre, che visse quel periodo, che anche per il trasporto delle macerie, e successivamente del materiale di costruzione, vennero ancora impiegati prevalentemente carri a cavalli; durante la demolizione dei vecchi palazzi, nel periodo estivo, era tale il polverone sollevato che squadre di pompieri erano costantemente in azione con idranti per abbatterlo! Le macerie vennero portate quasi tutte sul greto del Po; quelle del primo tratto andarono a colmare il canale Michelotti, che ormai da tempo aveva esaurito la sua funzione di alimentare i mulini. Last edited by Censin; August 14th, 2014 at 05:16 PM. |
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#14347 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Non ero a conoscenza di un isolotto all'altezza della Madonna del Pilone, davvero ne ignoravo l'esistenza! L'unico che conoscevo, solo di nome per motivi anagrafici, è l'isolotto Armida, situato dove ora è il ponte delle Molinette (Franco Balbis); scomparve infatti nel 1928, con la costruzione del ponte.
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#14348 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Non è che nel cambio c'entra lo "zampino" di Gabriele d'Annunzio? Sembra che il Vate non avesse altro da fare che battezzare, o ribattezzare, gli oggetti della modernità!
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#14349 |
Registered User
Join Date: May 2014
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Ecco un immagine (l'unica che sono riuscito a trovare) dell'isolotto di cui parlavo, tramite Google Earth e la bella foto aerea di Torino del 1943. Peccato che la risoluzione sia bassa!
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#14350 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Ancora una foto di scavatrice a fune anni 30: siamo nel 1931, sempre nel cantiere di via Roma, però nel primo tratto (piazza Castello - piazza San Carlo), verso via Viotti
![]() Vediamo la scavatrice, intenta a scavare e riempire uno dei pochi autocarri in servizio (come detto, per la maggior parte si usarono carri a cavalli). |
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#14351 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Mi chiedo come mai il Po non abbia dato origine altro che a piccoli isolotti, fatti scomparire per i problemi creati in caso di piena; mentre altri fiumi nei tratti cittadini hanno dato origine a vere e proprie isole, con costruzioni e abitazioni: si pensi alla romana Isola Tiberina, o alla parigina Ile de Citè. |
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#14352 |
Registered User
Join Date: Apr 2011
Location: Torino Bôrg dël Fum
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In quella foto aerea un'altra cosa molto interessante è la zona della confluenza, con il vecchio alveo della Dora ancora visibile e il ponte della Colletta che si perde quasi nel nulla.
E poi la zona di Corso Belgio ancora occupata dai campi e le cascine. Last edited by giuseppe tubi; August 15th, 2014 at 12:09 AM. |
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#14353 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Non si poteva parlare della ricostruzione di via Roma degli anni 30, senza parlare anche dell'altro grande cantiere cittadino di quel decennio: il grande Policlinico dell'Ospedale San Giovanni, in costruzione in regione Molinette; vediamo qui alcune foto di quel grande cantiere
![]() ![]() Notare anche in questo caso la scarsità, quando non l'assenza, di macchinari, sempre specchio della filosofia dell'epoca, che tendeva a privilegiare il lavoro manuale; la presenza di numerosi carretti monoasse a mano o a cavallo, per il trasporto dei materiali. Si vedono nelle due foto tram della linea 2, il cui percorso era stato "ritagliato" in mezzo al cantiere, dal capolinea di corso Spezia (piazza Camillo Bozzolo) fino a corso Bramante; dopo che nel 1935 l'ospedale fu terminato e inaugurato, il capolinea venne definitivamente situato in corso Bramante, nei pressi dell'ingresso principale dell'ospedale, all'altezza di via Giotto; e vi rimase fino alla soppressione della linea, nel 1956. Last edited by Censin; August 15th, 2014 at 05:06 PM. |
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#14354 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Dopo la sua inaugurazione il 9/11/1935, era previsto che il nuovo Policlinico soppiantasse gradualmente l'ormai obsoleto e inadeguato San Giovanni Vecchio, di cui era prevista la chiusura nel giro di un decennio; sopravvenne però la guerra, con i bombardamenti che purtroppo colpirono un po' tutti gli ospedali cittadini: le stesse Molinette, sebbene segnalate con le grandi croci rosse in campo bianco ancor oggi visibili sul muro di cinta, vennero colpite, e un padiglione venne semidistrutto (ricostruito poi nel dopoguerra); un ospedale, il Martini in corso Ferrucci, unico presidio di borgo San Paolo e Pozzo Strada, andò completamente distrutto e irrecuperabile (sarà ricostruito nella zona periferica di via Tofane negli anni 70); nel dopoguerra, col grande flusso migratorio che interessò la città, fu giocoforza necessario mantenere in funzione l'Antica Sede, colle sue lugubri corsie e l'altare in mezzo alle stesse, sormontato dalla grande croce; la chiusura arrivò solo negli anni 80, rimanendo ancora in funzione la manica nuova di inizio 900 su via Cavour.
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#14355 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Un altro ospedale cittadino dalla storia travagliata è l'Infantile "Regina Margherita"; la sua sede primitiva era proprio dirimpetto alle Molinette, nell'isolato tra corso Bramante, via Giotto e via Menabrea; già negli anni 50 ne venivano stigmatizzate le condizioni di degrado e inadeguatezza: ricordo che mia madre, che mi ci aveva accompagnato mi pare nel 1954 per una congiuntivite, una volta visto l'interno della struttura, alla proposta di un mio ricovero mi portò via di corsa, inorridita! Solo a fine anni 60 iniziò la costruzione del nuovo grande ospedale di fianco al Sant'Anna, inaugurato nel 1972.
L'edificio di corso Bramante ospita attualmente un centro educativo del Comune. |
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#14356 |
Registered User
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Carretti monoasse? Ma sono i tumbarei, Censin!
Mi ricordo che ancora negli anni 70 se ne intravedevano accantonati nei magazzini dei Murazzi. Fino al dopoguerra si usarono i tumbarei che erano ribaltabili per i materiali sfusi e i tamagnun per i carichi pesanti. |
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#14357 | |
Registered User
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#14358 |
Breùs, a la francaise
Join Date: Feb 2010
Location: 45°4'41"16 N - 07°40'33"96 E
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#14359 | |
Registered User
Join Date: Apr 2011
Location: Torino Bôrg dël Fum
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In Vanchiglietta per esempio risultano trasportatori, all'epoca dei lavori di Via Roma, i cascinieri Borello di Lungo Po Antonelli, Arlotto di Via Benevento e Cervino di Via Fiorano. Arlotto specializzato in particolare nel trasporto di materiali di scavo con i tumbarei. Vista anche la vicinanza del Canale Michelotti che fu riempito proprio con le macerie di Via Roma, nulla di più facile che si siano buttati nell'appalto. Nel libro "'L Borgh dël Fum" della serie Graphot lo si dà per certo. Anche le demolizioni venivano fatte principalmente a mano, con mazze e picchi e tirando giù i muri con le corde. Ci sono filmati della demolizione dei Fori Imperiali a Roma dove si vedono un mucchio di operai darci dentro a tutto spiano. Di escavatori con alti tralicci e palla di ghisa non so se ce ne fossero a disposizione a decine, per lavori di tale portata. Sicuramente tale largo impiego di manodopera è servito per mitigare un po' gli strascichi della crisi del 29, che all'epoca non era ancora passata, ma penso che la forza lavoro umana all'epoca fosse ancora economicamente competitiva. Last edited by giuseppe tubi; August 16th, 2014 at 07:12 PM. |
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foto, torino |
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