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#23861 | |
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#23862 |
Registered User
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#23863 | ||
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Quote:
Quello che si vede col tram è il termine del binario su via Chiesa della Salute, col tram, che sotto la guida del bigliettaio da terra, si appresta a retrocedere ; quindi la foto è stata scattata prima del 1960, quando tale capolinea venne eliminato. La foto seguente, controcampo della precedente e della stessa epoca, mostra bene infatti il triangolo coi suoi lati I capilinea a triangolo d'inversione, vulgo "cappel da prete", richiedevano l'effettuazione di un tratto in retromarcia, di solito sotto la "guida" da terra del bigliettaio, che dava indicazioni al manovratore su quando incamminarsi e quando fermarsi; per questo motivo, per la loro scomodità e l'incompatibilità col traffico crescente in maniera esponenziale, la "filosofia" dell'Atm dal dopoguerra fu la loro progressiva eliminazione: si iniziò con quello del 12 in via Sagra di San Michele (arretrato ad anello in corso Trapani) nel 1950, poi seguì appunto nel 1960 quello in oggetto del 9, nel 1963 fu la volta di quello del 13 sbarrato in corso Giovanni Lanza (soppressione delle corse sbarrate, tutte le corse raggiunsero piazzale Adua), poi nel 1966 di quello del 22 in corso Quintino Sella di fianco alle "Figlie dei Militari" (sostituito dal capolinea ad anello in piazza Toselli, lasciato libero dallo spostamento del 3); l'ultimo a scomparire fu quello del 3 in via Sempione angolo via Martorelli (ereditato dal 18 nel 1966) nell'autunno del 1974 (con spostamento del capolinea davanti alla "Nuova Astanteria Martini" l'attuale Ospedale San Giovanni Bosco, in largo Gottardo).
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Last edited by Censin; October 13th, 2016 at 05:07 PM. |
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#23864 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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#23865 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Una foto della chiesa parrocchiale di Pozzo Strada di inizio 900, prima dei lavori che, nel decennio successivo, ne modificarono la facciata com'è attualmente
la chiesa venne eretta nel 1711 in stile barocco, quello dell'epoca, dopo che per gli eventi bellici connessi all'assedio del 1706 era andata distrutta l'antica parrocchiale in stile romanico; come detto, la facciata venne modificata nel secondo decennio del 900.
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#23867 | |
Registered User
Join Date: Jan 2011
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Benvenuto Danilo ti riferivi alla foto della Chiesa di Madonna di Campagna
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#23868 |
Registered User
Join Date: Oct 2016
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Grazie turtu63. Sì, al momento non ho grande dimestichezza con SSC. Mi riferivo alla fotografia del Viale Madonna di Campagna. Al fondo dell'immagine, prima della Chiesa, è visibile il monumento "La Patria" del Bistolfi. Il bombardamento del 8/12/42 ha distrutto la Chiesa (rimase intatto solo il campanile), purtroppo ci furono anche 64 vittime. Inoltre andò distrutto il monumento citato.
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#23869 |
Registered User
Join Date: Nov 2012
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Che sia la volta buona (si sa qualcosa)?
Teatro di Torino. ![]() |
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#23870 |
Idle User
Join Date: Jan 2005
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#23871 |
Registered User
Join Date: Jan 2015
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#23872 | ||
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Quote:
Nel 1902 la Società Alta Italia prolungò la linea tranviaria 2, proveniente dalla Barriera di Nizza, da piazza Statuto alla barriera di Lanzo, dirimpetto alla stazione Dora (attuale piazza Baldissera), e oltre lungo lo stradale di Lanzo (attuale via Stradella) fino al viale della Madonna di Campagna, sul quale svoltava per attestarsi a capolinea subito prima del monumento ricordato. Qui sotto vediamo la svolta del tram dallo stradale di Lanzo sul viale e qui sotto il viale inquadrato dallo stradale, con sullo sfondo il tram fermo al capolinea il superamento della cinta daziaria pose il problema, per le corse di ritorno dalla Madonna di Campagna in città, della fermata obbligatoria alla barriera daziaria di Lanzo, dirimpetto alla stazione Dora, che qui vediamo in una foto d'epoca Le vetture tranviarie erano infatti soggette, come tutti gli altri veicoli, ai controlli doganali da parte delle guardie daziarie: i tram dovevano arrestarsi davanti alla barriera, attendere la salita a bordo dell'agente incaricato, che ispezionava meticolosamente passeggeri, personale (manovratore e bigliettaio) e veicolo, alla ricerca di merci soggette a dazio ("ricercati" speciali erano la carne e il vino, fortemente tassati, per i quali era ammessa in franchigia solo una modestissima quantità ad uso personale); chi veniva trovato in possesso di merci di natura e in quantità tali da essere soggetti a dazio, era invitato a scendere dal mezzo per regolarizzare la propria posizione. Il tram poteva ripartire, entrando in città, solo dopo il "via libera" del capoposto. Forse per questo motivo, per i ritardi e le lungaggini che la visita delle guardie daziarie comportava, non tutte le corse della linea 2 raggiungevano la Madonna di Campagna, solo una su tre; le altre si arrestavano davanti alla stazione Dora, prima della barriera, senza uscire dalla cinta. Questa situazione durò fino al 1912, quando venne soppressa la cinta daziaria ottocentesca, portando l'area soggetta a dazio a comprendere praticamente l'intero territorio comunale, cancellando così la distinzione, ai fini fiscali, tra la parte "urbana" e quella "rurale" del comune di Torino.
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Last edited by Censin; October 17th, 2016 at 04:46 PM. |
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#23873 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Tanto per ricordare la fiscalità del dazio e degli agenti addetti: ricordava mio padre come, allora sedicenne, lavorava come apprendista presso un artigiano elettricista del suo quartiere Borgo Po, ed era stato mandato dal padrone a ritirare, in bici, una lastra di marmo destinata a supporto per un quadro di strumenti elettrici, giunta per ferrovia allo scalo Vallino. Lastra che, una volta giunto, non potè ritirare, perchè soggetta a dazio in misura tale che non aveva il denaro per pagarla. Dovette tornare per forza dal padrone, convincerlo a farsi dare la somma necessaria, tornare e finalmente, una volta pagato il balzello, poter ritirare l'oggetto.
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#23874 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Per quanto riguarda l'allargamento dell'area soggetta a dazio nel 1912, i soliti "maligni" giurano che il vero motivo fu di rimpinguare le casse comunali, "piangenti" dopo il salasso delle spese per l'Esposizione Universale dell'anno prima; infatti, l'area soggetta al pagamento dell'imposta di consumo veniva più che raddoppiata, comprendendo anche le tante fabbrichette che in precedenza si erano situate fuori cinta proprio per sfuggirvi. Tanto più che il provvedimento fu accompagnato da un sostanzioso aumento dell'imposta stessa, su tutti i generi: il pane passò a 45 cent. al kg! E così gli altri generi di prima necessità.
Proprio vero che la storia si ripete: mezzo secolo dopo, finita la kermesse di Italia61, rimasero i conti e i debiti da saldare; e ancora una volta si "torchiarono" i consumi primari con l'aumento delle imposte di consumo, i famigerati "supercontributi", dal 1963 in poi da La Stampa del 8/12/1964 ; manco a dirlo la vittima "predestinata" fu la carne, aumentata di un terzo! (Del resto, nel 1974, in piena crisi petrolifera, venne aumentata l'Iva sulla carne bovina, perchè, detto testualmente dal premier dell'epoca, "se ne deve consumare meno". In questo b...o paese, sempre si deve dire "Niente carne siamo italiani"!). Stando così le cose, dico: meno male che non vi è stata esposizione per il 150mo dell'Unità nel 2011, altrimenti.....Per l'Expo dell'anno scorso a Rho, a ripianare eventuali debiti ci penseranno, spero, solo a 120 km di distanza.... Last edited by Censin; Yesterday at 04:35 PM. |
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#23875 |
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Per terminare il discorso, ricordo che l'imposta comunale di consumo venne soppressa con la riforma fiscale del 1972, che soppresse gran parte delle imposte comunali, tra cui appunto l'IC; seguirono la chiusura dei casotti daziari agli ingressi in città, destinati ad altri usi oppure demoliti, la destinazione degli addetti ad altri incarichi, ecc.. Scomparve così forse la più malvista tra le imposte, almeno quelle comunali.
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#23876 | |
Registered User
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#23878 |
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Ancora riguardo al dazio e alla cinta daziaria: quando nel 1912 venne soppressa la cinta ottocentesca, venne prevista la costruzione di una nuova cinta muraria coincidente grossomodo coi confini comunali, di cui venne iniziata la realizzazione; la Grande Guerra e altre vicende ritardarono però i lavori, tanto che questa nuova cinta non venne mai terminata, visto che nel 1930 un DL abolì le cinte daziarie, mantenendo l'imposta colla riscossione ai casotti d'ingresso in città sulle strade principali e agli uffici nelle stazioni e scali ferroviari, prevedendo solo controlli "volanti" a campione su mezzi e persone in transito (però nei primi anni 50 un agente daziario in servizio al casello di corso Francia si rese "famoso" per fermare ripetutamente i trenini della ferrotranvia di Rivoli che entravano in città).
Spezzoni della nuova cinta mai portata a termine erano ancora visibili a fine anni 50, ad esempio in via Onorato Vigliani a fianco del raccordo ferroviario Fiat, poi scomparsi; sulle strade secondarie di ingresso in città, vi era un semplice cartello che avvisava chi avesse generi da dichiarare di presentarsi al casello più vicino (sulla strada collinare dei Cunioli Alti, tra Cavoretto e Moncalieri, al confine comunale i cartelli erano due, uno del Comune di Torino, l'altro subito dopo di quello di Moncalieri, per chi da Torino entrava in quel comune). |
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#23879 | ||
Registered User
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Una paletta simile, più corta, equipaggia comunque ancora i tram di oggi, come strumento "di emergenza" da usare in caso di mancato funzionamento della RF.
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#23880 | |
Registered User
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Ben diversa la situazione per i passaggi a livello situati lungo la Ciriè- Lanzo, in particolare quello su corso Emilia, ai lati del quale, al passaggio dei treni, si formavano code chilometriche; situazione durata fino ai primi anni 90, quando la stazione di Ponte Mosca venne disabilitata, il capolinea della ferrovia venne posto proprio in corrispondenza del raccordo suddetto, e la sede ferroviaria venne interrata fin quasi al confine comunale, dopo la fermata di Madonna di Campagna. |
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