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#16021 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
Posts: 1,925
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La presenza di tale binario dava luogo a scene tutt'altro che edificanti: infatti, nessun cartello avvertiva allora del possibile passaggio di tram, e la maggioranza degli automobilisti, pensando fosse un binario ormai in disuso, parcheggiava tranquillamente sopra; quando poi qualche tram doveva passare, si trovava ovviamente il percorso ostruito. Da qui la ricerca affannosa del proprietario dell'auto incriminata (molti erano avventori del bar d'angolo tra corso Dante e via Ormea, fermatisi a prendere un caffè o un cicchetto), il quale, una volta trovato, non sempre reagiva con buone maniere alla richiesta di spostare la propria vettura; da qui alterchi piuttosto vivaci coi tranvieri, più di una volta furono sul punto di alzare le mani... Un altro inconveniente era che l'unico binario serviva nei due sensi, per cui i tram che dal deposito andavano a prendere servizio al ponte Isabella o a piazza Zara dovevano percorrere il tratto di corso Dante contromano; fino a metà anni 50 ciò non creava grossi inconvenienti, ma successivamente col "boom" automobilistico privato arrivarono i problemi, specie nelle ore di punta. Qui vediamo appunto, nei primi anni 60, un tram della linea 14 diretto a fine turno al "Nizza" mentre attraversa il ponte Isabella, per andare poi a imboccare il suddetto binario ![]() Last edited by Censin; December 29th, 2014 at 04:41 PM. |
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#16022 | |
Registered User
Join Date: Apr 2011
Location: Torino Bôrg dël Fum
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La sicurezza che a mio avviso oggi manca non è quella dovuta ai dispositivi obbligatori, che sono diventati fin troppi, ma quella che sta nell'addestramento e nella consapevolezza del lavoratore, che non si può trasmettere se non in parte con corsi o opuscoli. La tendenza moderna è quella di una sicurezza a prova di imbecille, mentre una volta lavorando si imparava a non essere imbecilli. Forse non indossavano abbastanza i caschi e non erano ancora usate le scarpe antinfortunistiche se non per impieghi speciali, ma per esempio le cinture di sicurezza c'erano anche se di foggia molto più semplice. I caministi salivano le scale alla marinara per 50-100 metri con perizia e si attaccavano quando sostavano per riposarsi. Adesso invece è prescritto che si debbano avere due moschettoni da attaccare alternativamente per non essere mai liberi di cadere. Come è possibile lavorare così? Mi pare uno stress propedeutico all'infortunio. Quando la situazione lo richiedeva i mezzi per assicurarsi c'erano: conservo ancora un "K2" che però non ho mai visto in funzione e che risale agli anni 60 se non addirittura prima. È un marchingegno con un verricello elettrico che veniva agganciato alla cintura e seguiva i movimenti della persona pronto a farla scendere a terra dolcemente in caso di caduta. Adesso ci sono dispositivi simili o a strappo molto più piccoli e funzionali. Ovviamente non lo tenevano sempre attaccato, ma veniva usato in situazioni critiche come per esempio il montaggio di una passerella componibile appesa alla cerchiatura del camino. Pare che fosse il mezzo preferito dai più esperti per scendere più comodamente all'ora di pranzo senza doversi fare la scaletta! I ponti erano di legno perché all'epoca si usavano ancora tecniche anteguerra, ma li costruivano carpentieri esperti che sapevano di dovergli affidare la propria vita. Poi arrivarono i più pratici tubi Innocenti. Quell'incidente fu dovuto probabilmente al montacarichi che agganciò il sottoponte e fece collassare il ponte superiore. Perché i ponti erano sempre due e a parte il momento critico in cui quello sottostante veniva smontato e rimontato al di sopra dell'altro molto difficilmente potevano cadere. Si ipotizzò persino che la fretta di finire e di guadagnare il cottimo (allora tutti i lavoratori di élite andavano a cottimo) avesse indotto i capi operai (tra i caduti ci fu il capo cantiere) ad affrettare le manovre e rinforzare meno i ponti per perdere meno tempo nei montaggi. Per ironia della sorte la ciminiera avrebbe già dovuto essere finita, erano in quei dieci metri finali aggiunti all'ultimo momento al progetto originale! Altri lavori pericolosi che adesso non si potrebbero più fare se non con un ponteggio da terra erano le cerchiature dei camini: si piazzava un cerchio in settori imbullonati e poi gli si appendevano delle mensole su cui si impostava una apposita passerella componibile con tanto di corrimani. Poi ci si saliva sopra per montare un altro cerchio, si faceva un'altra passerella e via così smontando e rimontando quella sottostante, fino alla cima. Le passerelle di sommità e l'altra a mezza altezza che si vedono sulla ciminiera da 106 mt furono fatte così, al volo. Si doveva lavorare in sommità per ripare il torrino oppure montare una passerella fissa? Nessun problema, si progettava un ponte con tutti i tubi e le tavole già tagliati a misura e numerati e lo si costruiva in cima. Il canto del cigno di questi lavori per noi fu negli anni 80 il restauro e la verniciatura a fasce bianche e rosse della ciminiera delle Molinette, con 10 metri di ponte fatto a scendere dalla cima. Sicuro come essere sulla Tour Eiffel. Se invece dovevano solo piazzare o sostituire un parafulmine non c'era problema: salivano e si muovevano come cornacchie a cavalcioni del torrino. Il discorso è lo stesso per le manovre con i paranchi a catena, con i quali si alzavano pesi incredibili durante i montaggi di impianti. Una volta non c'erano mica le gru semoventi di grande portata. L'anno scorso avevo postato un paio foto di assemblaggio di caldaie che al giorno d'oggi farebbero rabbrividire. Non dico sicuramente che al giorno d'oggi si dovrebbe lavorare ancora così. Le normative ci sono e vanno seguite, ma a parte pochi specialisti che operano attrezzati di tutto punto, a mio parere il normale lavoratore non è più educato ed autoeducato al lavorare con abilità consapevolezza e sicurezza. Un esempio banale? Provate alla prima nevicata ad osservare gli spalatori avventizi. Quanti di loro sono capaci ad usare la pala in maniera efficace e senza essere il giorno dopo a letto col mal di schiena? Eppure una volta era un lavoro umile fatto da gente semplice, abituata a scavare, vangare, scarriolare. Come quelli che si demolirono Via Roma a mano. |
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#16023 | |
Registered User
Join Date: Apr 2011
Location: Torino Bôrg dël Fum
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Gli ingegneri di Fenice erano preoccupatissimi di poterlo avere a disposizione al più presto, ma la caldaia non andò mai più in funzione. ![]() |
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#16024 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
Posts: 1,925
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#16025 |
Breùs, a la francaise
Join Date: Feb 2010
Location: 45°4'41"16 N - 07°40'33"96 E
Posts: 2,254
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Presto sui raccordi indusrtriali ferroviari torinesi uscirà un'opera che dirà la parola definitiva.
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#16026 | |
Registered User
Join Date: Jan 2011
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per i Parelliani
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#16028 | |
Registered User
Join Date: Jul 2008
Location: Torino
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Via Nizza da piazza Bengasi:
![]() Qui in formato più grande. Approfitto per augurarvi buone feste con una suggestiva immagine invernale e notturna del laghetto del Valentino ghiacciato: ![]()
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Last edited by FaseREM; December 29th, 2014 at 02:30 AM. |
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#16029 | |
Registered User
Join Date: Dec 2014
Location: Turin - Mirafiori Sud
Posts: 76
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Buon 2015 a tutti.
Ne approfitto per inserire alcune immagini che (a memoria) non mi sembra di aver ancora visto recentemente
Duomo (1934) ![]() Palazzo Richelmy ![]() ![]() Duomo e Palazzo Richelmy ![]()
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#16030 |
Registered User
Join Date: Dec 2014
Location: Turin - Mirafiori Sud
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Mirafiori Sud
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#16031 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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#16032 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Visto che si è parlato del tram 14, ecco una foto del capolinea Nord a Madonna di Campagna, in piazza Villari (nome dalla pronuncia incerta: è Vìllari o Villàri?).
![]() La foto mostra il capolinea del tram, con ancora una vecchia vettura a due assi, quindi risale probabilmente a quando, prima del 1956, il tram arrivava al capolinea collinare di Ponte del Gatto; dopo che venne limitato a piazza Zara, comparvero le vetture a carrelli serie 3000. La piazza è diversa da quando la vidi per la prima volta nel 1964, quando presentava una rotonda centrale; ero arrivato nella piazza proprio col 14, che avevo preso alla fermata del ponte Isabella, in una giornata di festività infrasettimanale primaverile (Ascensione o Corpus Domini) di quelle abolite nel 1976, profittando delle corse del tesserino settimanale scolastico, per "vedere fin dove arrivava"; ricordo che era una bella giornata limpida, ma arrivati in corso Mortara improvvisamente il cielo si era rabbuiato, per via dei fumi delle Ferriere, di cui nella foto si vede una ciminiera. Nel 1972 il tram, già limitato dal 1966 a Porta Nuova, scomparve del tutto, a causa dei cantieri di costruzione del cavalcavia ad anello di corso Mortara, ora demolito; al suo posto arrivò il bus 72, prolungato negli anni 80 a Venaria in sostituzione dell"intercomunale" in partenza da via Fiochetto. |
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#16033 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
Posts: 1,925
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rivediamo piazza Bengasi col capolinea ad anello del tram 7, come era fino al 1963, quando percorreva via Nizza anche in direzione Nord, portandosi in via Genova all'altezza di via Millefonti; venne spostato su corso Maroncelli in quell'anno, quando il corso venne completamente aperto e venne istituito il senso unico per tutti i veicoli, su via Nizza in direzione Sud e su via Genova in quella opposta, come è tuttora.
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#16034 |
Registered User
Join Date: Dec 2012
Posts: 1,925
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#16035 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
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Certo che uno che fosse stato via dalla zona per qualche decennio, tornandovi, non la riconoscerebbe proprio più! Al posto delle fabbriche, i grattacieli della Manhattan torinese, il grande centro commerciale Ipercoop del Parco Dora, oltre il fiume l'altro centro commerciale dell'ex SNOS....Sembra davvero un altro posto; nemmeno la ricostruzione di via Roma e dintorni degli anni 30 "cambiò i connotati" così drasticamente a una zona!
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#16036 | |
Registered User
Join Date: Dec 2012
Posts: 1,925
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Si riconoscono sullo sfondo i "minareti" (gli sfiatatoi delle camere di dissezione) delle Facoltà Scientifiche (erano in tutto tre coppie, per sei complessivi; ne rimane ora una sola coppia) e il già ricordato "Villino Caprifoglio".
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#16037 | ||
Registered User
Join Date: Nov 2012
Location: Turinopoli
Posts: 377
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A partire dalla costruzione dell'ala nuova di Palazzo Reale, che cancellò le vetuste scuderie adiacenti Palazzo Reale e riscoprì l'anfiteatro romano, alla legge Napoli, che "riordinò" parte della pianta urbana, fu un susseguirsi di cambiamenti. La chiusura dell'ospedale di S.Maurizio e Lazzaro e sua parziale demolizione, l'edificazione dell'Istituto Tasso, la sparizione dell'isolato di S.Lucia, i bombardamenti della guerra. Abbiamo ampiamente discusso di tutti questi punti e credo che di una cosa siamo un po' tutti d'accordo: parafrasando Marco Porcio Catone "Palazzaccio delenda est".
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#16039 | ||
μεταφορές εραστής
Join Date: Nov 2012
Location: Torino-Borgo Vittoria
Posts: 1,178
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![]() Comunque, colgo l'occasione, per mandare a tutti i miei migliori auguri per il 2015.
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"Come with me I need you, I fear the dark and I live all alone. I'll give you wine and food too, and something special after if you like" "Seems Helen of Troy has found a new face again"
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#16040 |
Registered User
Join Date: Dec 2014
Location: Turin - Mirafiori Sud
Posts: 76
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Aereoporto di Torino Caselle (TRN)
... penso sia anteriore al conflitto mondiale
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foto, torino |
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