Scuola elementare "Battisti" (borgo San Paolo): una foto di classe di "primini" nel 1929
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e della stessa scuola una di "licenziandi" di quinta nel 1947


e della stessa scuola una di "licenziandi" di quinta nel 1947

A rendere la lira debole era stato l'allora governatore della Banca d'Italia Luigi Einaudi (poi eletto nel 1948 primo Presidente della Repubblica) nel 1947 con una svalutazione del 120% in due tranches, che aveva di fatto portato alla scomparsa dei centesimi, allo scopo di rilanciare l'economia boccheggiante del dopoguerra con inflazione galoppante.diciamo la pura verità: l'entrata nell'euro venne caldeggiata a suo tempo proprio perchè ormai la lira, a forza di svalutazioni più o meno competitive, era "decotta", ormai ipersvalutata e ridotta a quasi carta straccia; l'alternativa sarebbe stato il passaggio alla "Lira pesante" nel rapporto 1000 : 1, pure ipotizzato negli anni 80, ma avrebbe comportato sacrifici ancora maggiori e ancor più austerità. L'ingresso nell'euro sembrò allora la panacea a tutti i mali, il male minore: non fu certo un matrimonio d'amore!
Quella della Rinascente torinese è stata una storia tutto sommato sfortunata.Eravamo in pieno periodo di crisi petrolifera, che sfocerà nell'austerity
120% mi pare eccessivo. Non ci sarà qualche zero di troppo? :nuts:A rendere la lira debole era stato l'allora governatore della Banca d'Italia Luigi Einaudi (poi eletto nel 1948 primo Presidente della Repubblica) nel 1947 con una svalutazione del 120% in due tranches, che aveva di fatto portato alla scomparsa dei centesimi, allo scopo di rilanciare l'economia boccheggiante del dopoguerra con inflazione galoppante.
bhe direi che negli anni 80 e primi anni 90 era comunque un punto di riferimento per lo "struscio" cittadino..soprattutto per i più giovani...poi dopo la bonifica amianto non si è più ripresa.Quella della Rinascente torinese è stata una storia tutto sommato sfortunata.
Decisa all'inizio degli anni 60, in pieno boom economico, con la città che stava festeggiando o aveva appena festeggiato il primo centenario dell'Italia unita, iniziò con l'acquisizione dell'area di via Lagrange - via Carlo Alberto, stabile in parte sinistrato dagli eventi bellici e assai degradato; appena ultimatone l'abbattimento e iniziato lo scavo delle fondamenta, intervenne la "doccia fredda" della "congiuntura" del 1964, con le restrizioni creditizie, per la prima volta si dovette imparare il vocabolo "austerità"; la direzione della Rinascente ritenne quindi di sospendere i lavori, in attesa che passasse la burrasca economica; per cinque anni il cantiere rimase cintato coi lavori fermi; nel 1969, ritenendo che ormai il peggio fosse passato, riprese i lavori, senza peraltro eccessiva fretta, arrivando così all'inaugurazione del 1973; purtroppo, alla vigilia di una nuova peggiore crisi economica, stavolta mondiale, causata dall'impennata dei prezzi petroliferi seguiti alla guerra del Kippur, che ne impedirono in pratica il decollo; la Rinascente torinese vivacchiò per un decennio o poco più, anche con un supermercato alimentari nei seminterrato; finito però tutto come sappiamo.
Pensare che mio padre, che aveva avuto occasione di visitarle, decantava le meraviglie della "casa madre" milanese, e anche della Rinascente di Genova; dove vi era perfino un reparto di vendita di armi, dietro presentazione del porto d'armi....
Secondo quanto riportato su "Cronologia" , l'ultima svalutazione fu ufficialmente del 68,4%, ma la lira aveva già perso la maggior parte del suo valore; a fine anno 1947 il cambio ufficiale contro dollaro era di 575, di fatto era a 600 e oltre; tale restò poi fino al "crollo" del 1976.120% mi pare eccessivo. Non ci sarà qualche zero di troppo? :nuts:
Certamente, ma anche il significato psicologico ha la sua importanza: se non è sostenuta da un'economia davvero forte (come i casi già citati dell'Estremo Oriente, Giappone e Sud Corea), una cifra maiuscola indica comunque disordine economico; in quasi tutto il mondo, la lira italiana degli ultimi tempi era nota come "la moneta con tre zeri", che di solito venivano tolti nei calcoli di cambio valuta ecc. per semplificare i conti (Visto personalmente nei cambiavalute, in Francia, Spagna e altrove).La forza di una moneta non dipende dal valore nominale: togliere tre zeri non avrebbe avuto alcun significato (se non quello psicologico, forse).
Certamente, ma anche il significato psicologico ha la sua importanza: se non è sostenuta da un'economia davvero forte (come i casi già citati dell'Estremo Oriente, Giappone e Sud Corea), una cifra maiuscola indica comunque disordine economico; in quasi tutto il mondo, la lira italiana degli ultimi tempi era nota come "la moneta con tre zeri", che di solito venivano tolti nei calcoli di cambio valuta ecc. per semplificare i conti (Visto personalmente nei cambiavalute, in Francia, Spagna e altrove).
Ricordo che quando venne proposto Mario Draghi come governatore della BCE, alcuni economisti tedeschi si opposero proprio dicendo: "Come, uno dell'Italia, della lira? Quella moneta con tre zeri?"; infatti, per i tedeschi rimane di generazione in generazione il ricordo indelebile della grande inflazione degli anni 20, quando un chilo di pane o un litro di latte erano arrivati a costare qualche milione di marchi....
Non a caso, all'epoca della lira, quando noi italiani si andava all'estero, si passava sempre prima in banca ad acquistare la valuta del paese o paesi di destinazione, o in alternativa dollari, la vera moneta universale; altrimenti si correva il rischio reale di rimanere "a secco", visto che molte banche e cambiavalute in giro per il mondo si rifiutavano di accettare le lire (caso capitato a una collega di lavoro, in viaggio in Norvegia a Capo Nord con un'amica; quasi si videro tirare le loro "lirette" in faccia...)
L'acquisto di divise estere prima della partenza era giustificato anche dal fatto che, con una legge del 1976 volta a frenare il crollo della lira, l'esportazione di lire in contanti era limitata a 250.000 lire pro capite; si potevano invece esportare valute estere fino al controvalore di 1.500.000 lire.È ovvio che una moneta con tagli nominali molto elevati non può essere una moneta forte, ma la scienza delle finanze ha poco a che fare con la psicologia (da banco).
Un tempo l’acquisto in Italia della valuta straniera era giustificato soprattutto dal tasso di cambio più vantaggioso. Non era solo,la lira italiana a non essere trattata in paesi periferici.